Hanno detto di ispirarsi a Ruby, "un esempio vincente, una che ha fatto carriera", due minorenni fermate per non aver pagato il taxi da Genova a Milano.

Ho sentito l’intervista al padre di una delle ipotetiche fidanzate del premier: alla domanda se fosse lei la fidanzata segreta ha risposto: “Magari!” Ecco il modello imperante: giovani ragazze che si piazzano con l’uomo (anziano) ricco. L’amore non c’entra, la famiglia una facciata, la donna ridotta ad oggetto da ostentare, lei consenziente.

Giovani ragazze disposte (come dicono al telefono fra amiche) a spettacolini da film erotici di serie B, soldi che girano nelle tasche di disinibite minorenni…

E i commenti al bar si sprecano; beato lui che può, potessi, anch’io…

Non possiamo fingere di non vedere le conseguenze che ne derivano.

Penso a chi è bimbo oggi, ancora piccolo, e mi chiedo come si riuscirà a fargli scoprire la relazione adulta e matura, fatta di rispetto, non seduttiva o pornografa, fra un uomo e una donna. Mi chiedo come potrà credere all’amore, se nessuno ci crede, se tutto è ridotto ad uso (consenziente) dell’altro.

Io non condivido questa visione della vita, della donna, dell’amore.

C’è un mondo di persone che ama davvero, che lotta, suda, fatica, tira la carriola (e spesso la cinghia a fine mese) con grande dignità e poi c’è l’altro mondo, quello delle ragazze che in una notte guadagnano quello che un papà guadagnerebbe in sei mesi, quello di parlamentari degne più di un’erezione che di un’elezione. Con la complicità del nostro silenzio si presenta come “normale” il secondo mondo. Molti lo invidiano e sognano di farne parte, senza rendersi conto che è di più ciò che hanno. Perché il mondo “altro” è un mondo sterile, in cui la possibilità di generare è vista come una disgrazia, un mondo che baratta il presente con il futuro e così facendo nega un futuro anche a se stesso, è un mondo in cui non si gioisce più perché è nato un bimbo. In una intercettazione Nicole Minetti così si sfoga: “mi ha distrutto la vita, io avrei voluto sposarmi, avere dei figli...”.

Abbiamo il coraggio di dire ad alta voce che non vogliamo vivere in un Paese in cui per ottenere qualcosa bisogna essere le preferite di un anziano. Diciamo con forza no a chi vuole insegnare ai nostri bambini e ragazzi che studiare è inutile, che i più devono accettare una vita mediocre mentre pochi privilegiati possono essere nelle grazie di un potente e avere tutto. Diciamo a chi insegna che lavorare duro è inutile perché conta solo il favore di un potente di andarsene, di smettere di avvelenare il nostro futuro. Chiediamogli di lasciarci la nostra dignità.

Abbiamo il coraggio di metterci la faccia. E di scriverlo e sottoscriverlo.

Vi aspettiamo

domenica 20 e domenica 27

dalle 9:00 alle 12:00

in piazza Statuto

per raccogliere le firme per chiedere le dimissioni del premier