Del nord Italia si raccontano tante cose, e alcune di queste, quelle che potrebbero risultare più utili per il nostro viaggio nelle terre selvagge, into the wild, le ho messe in questo pacchetto, che poi ho chiamato “pacchetto Nord”. Il pacchetto Nord è un viaggio alla riscoperta dell’Italia, tutta intera, che sembra tanto fuori moda, nell’anno del suo 150° compleanno. Ci siamo dentro tutti, nel “pacchetto Nord”, Nord e Sud, cittadini italiani e cittadini stranieri, perché parlando di temi particolarmente sensibili per il nord, il pacchetto offre una vasta gamma di prodotti per tutta l’Italia. Altrimenti, sarebbe stato molto più facile chiamarlo “pacchetto secessione”, o “pacchetto sicurezza”, per farvi qualche esempio.

Il pacchetto Nord è, per forza di cose, poco ingombrante: si può trasportare facilmente, non è nominativo, ma è trasferibile, si può scambiare di mano in mano. Ed è confezionato come si deve, ci ho messo anche un fiocco, ma è anche facile da aprire, perché è importante capire in un istante che cosa ci sta dentro.

Fisco 2.0: introdotto da Ernesto Ruffini, a Firenze, che vuol dire 1. emissione elettronica delle fatture, con un semplice click, collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate e aprendo un proprio profilo 2. compilazione della dichiarazione dei redditi da parte del Fisco, un sistema già sperimentato in diversi Paesi europei: il commerciante di Busto Arsizio non impazzirà più dietro ai documenti, ma sarà il Fisco a compilarli per lui, sempre attraverso un sistema informatizzato. In questo modo ci trasformeremo da controllati a controllori. 3. Pagamento dei costi deducibili tracciabile elettronicamente, così, tra l’altro, aiuteremo il Fisco a compilare la nostra dichiarazione dei redditi. E’ un sistema che già funziona, per esempio in Farmacia, con la tessera sanitaria. 

Enti trasparenti: la corruzione della pubblica amministrazione ci costa 50/60 miliardi di euro all’anno. Per questo chiediamo nuove forme di trasparenza e partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. Perché tutte le attività dell’amministrazione pubblica siano aperte e trasparenti, perché la nostra intelligenza collettiva è il miglior controllore possibile. Enti trasparenti vuol anche dire valutazione dei servizi da parte del cittadino, e partecipazione del cittadino alla definizione delle politiche pubbliche. 

Meno consumo di suolo e più consumo di suole: subiamo da anni una cementificazione selvaggia. Forse è il caso di dire stop, basta, fermiamoci un attimo e ripensiamo al nostro modello di sviluppo, esistono già esperienze consolidate, come a Cassinetta di Lugagnano, che non si trova in capo al mondo, ma in provincia di Milano . Consumiamo di più le suole delle scarpe, incentiviamo il trasporto pubblico, offrendo un servizio all’altezza, non un servizio che va in blackout perché la mattina si ghiacciano i binari. E ho una notizia sconvolgente: in provincia di Varese, in inverno, fa freddo. 

Siamo tutti cittadini: possiamo dirlo chiaramente? Chi nasce in Italia è italiano, è molto semplice. E possiamo dire anche che chi contribuisce alla cosa pubblica lavorando e pagando le tasse non può avere meno diritti di un cittadino straniero? Il nord viene dipinto come una terra abitata da 10 milioni di xenofobi, che danno la caccia agli immigrati: possiamo sfatare anche questo mito, dicendo che in Lombardia, negli ultimi 10 anni, i due terzi delle nuove imprese sono guidate da cittadini stranieri? Non è vero che le persone del nord hanno tutte in casa il fucile, c’è solo che da queste parti abbiamo un partito che vuole farcelo credere. Perciò investiamo su politiche di integrazione e di convivenza: alle volte basta davvero poco, come a Torino, dove in piazza, la domenica mattina si fanno lezioni di lingua reciproche, tra italiani e immigrati, e tra immigrati e immigrati. Infine, il fiocco. 

Il fiocco è molto semplice, e anche elegante quanto basta: riguarda i costi della politica: metà parlamentari a metà prezzo, perché al Congresso degli Stati Uniti siede la metà – su per giù – dei nostri parlamentari, e perché lo stipendio di un parlamentare non può essere superiore a quello di un sindaco di una grande città italiana.


(Stefano Catone)



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